TEOREMA – personale di pittura – Palazzo Medici Riccardi – Firenze

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teorema invito

Dal 04 al 30 aprile 2015 Roberto Ghezzi espone a Firenze, Via Cavour 3, nello storico Palazzo Medici Riccardi, all’interno delle Sale Fabiani.
Il titolo della personale, curata da Giovanni Faccenda e Tiziana Tommei , e patrocinata dal Comune di Cortona e dalla Città Metropolitana di Firenze ,   è Teorema.

Inaugurazione con Giovanni Faccenda e Tiziana Tommei
Inaugurazione con Giovanni Faccenda e Tiziana Tommei
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Inaugurazione con Giovanni Faccenda e Tiziana Tommei

 

 La mostra, visitabile sino al giorno 28 aprile 2015,  è aperta tutti i giorni, tranne il mercoledì, dalle ore 9,00 sino alle ore 19,00.

Catalogo disponibile in mostra  edito da Ubi Maior.

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Abitata com’è da seduzioni immaginifiche e incanti mistici, la pittura di Roberto Ghezzi mostra nella sua stagione più recente i frutti prosperosi di una ricerca insistita nell’ermetico universo dell’invisibile. Accortosi «dell’inganno consueto», ovvero «di chi crede che la realtà sia quella che si vede» – per citare i versi paradigmatici di due liriche di Montale –, Ghezzi si è spinto oltre, realizzando un proprio «teorema»: conditio sine qua non per addentrarsi in taluni meccanismi ancestrali insiti nella natura, dei quali indagare il mistero accentuato, talvolta, da parvenze leggiadre eppure allo stesso tempo ingannevoli.
In un ambito espressivo squisitamente estetico, arricchitosi, ora, di nuove prospettive mentali, egli ha dunque tratto spunto da fascinazioni complesse e talvolta persino enigmatiche, sospese fra le algide acque del mare, o di un lago, e il sinuoso incedere della campagna, là dove il silenzio coltiva risonanze memoriali e la luce è indizio di ulteriori rebus destinati a rimanere irrisolti.”

Giovanni Faccenda

 

 

Un minimalismo formale che, partendo dal Creato, arriva a sondarlo e, metaforicamente, a sventrarlo nel tentativo di sviscerarne l’essenza. Il modus operandi di Roberto Ghezzi, muovendo dalla contemplazione neoromantica del mondo, ne avvia lo stravolgimento nell’accezione di una sorta di sintetismo analitico. Equilibrio, ordine, pulizia, sottrazione, rarefazione, controllo: tutti questi fattori sono tenuti insieme sulla base di un minimalismo in bilico – da sempre – tra figurazione e astrazione.
Oggi, dopo tre anni, osservando le ultime opere di Roberto Ghezzi, mi trovo a tracciare un quadro chiaro, ma al contempo aperto, perché inevitabilmente passibile di ulteriori sviluppi. Un leitmotiv del suo operato pittorico è la capacità, intrinseca ad ogni sua realizzazione, di gettare un ponte ideale tra quanto rappresentato e il riguardante. Chi osserva è chiamato ad assumere un ruolo attivo rispetto al quadro: invitato a guardare oltre un’apertura immaginaria verso un paesaggio infinito, egli è lasciato libero di riconoscere quel luogo secondo il proprio immaginario, in ossequio al proprio background o ai propri sogni. Non esiste un corrispondente reale diretto di quel luogo: la matrice è indubbiamente nella natura, ma sono la memoria e i sentimenti derivanti dalla presa in esame della realtà fenomenica a guidare la mano del pittore. I suoi paesaggi sono visioni mentali, che, sebbene abbiano una primordiale origine en plein air, nascono e prendono forma in atelier.

Tiziana Tommei

Come arrivare a Palazzo Medici Riccardi